Dark Web: perchè non è sicuro
18 Marzo 2022
Internet per come siamo soliti conoscerlo, in realtà non rappresenta che una minima parte delle informazioni che sono presenti sulla rete. Possiamo immaginarlo un po’ come un immenso iceberg in cui la parte che emerge è paragonabile a tutti quei dati che possiamo ricavare tramite i motori di ricerca mentre quella nascosta, quella immersa, decisamente più grande, rappresenta tutte quelle informazioni non indicizzate e non accessibili con i normali strumenti di ricerca. Tutte quelle pagine, che vengono usate sia per scopi legali che per compravendite illecite e che se calcolate nel complesso rappresentano il 95% di tutte pagine disponibili in rete. Sembra strano affermare che i miliardi di siti web, e-commerce e pagine che possiamo trovare su Google in realtà rappresentino solo il 5% delle possibili ricerche e che il resto spetti invece a quello che tutti conosciamo come Deep Web. Con questo termine ci riferiamo quindi a quella porzione di Internet a cui è possibile accedere solo usando TOR, The Onion Router, un network che consente la navigazione su questa particolare area del web. La funzione principale di TOR è infatti di consentire agli utenti l’accesso alle pagine con dominio “.onion”, mantenendo intatta la propria privacy attraverso un metodo di navigazione criptato. Come è facilmente immaginabile, l’anonimato ha permesso la creazione di numerosi mercati clandestini che vanno dalla vendita di organi, armi e droga fino alla condivisione di contenuti cruenti o legati al mondo della pedopornografia.
Non solo illegalità
La parte più macabra di questo immenso contenitore chiamato Deep Web in realtà rappresenta solamente un 5% di tutto l’insieme. Il Dark Web, la zona utilizzata da organizzazioni criminali, non è quindi così estesa come si possa pensare visto che il restante 95% viene utilizzato per scopi completamente leciti. Questo fatto resta facilmente evidente se si studia la storia legata al Deep Web. Esso fu infatti creato dalla marina americana statunitense, come “porto sicuro” in cui scambiare informazioni tra i vari enti governativi in modo sicuro e protetto. Database finanziari, informazioni scientifiche e governative, sono solo alcuni esempi di banche di dati che utilizzano questa zona franca della rete per tenere al sicuro i dati e per permettere una comunicazione degli stessi lontana da occhi indiscreti. Ma non solo, anche la BBC ad esempio ha messo a disposizione un sito sul Deep Web per tutti quegli internauti che a causa di regimi totalitari oppressivi non hanno libero accesso ad internet. In questo caso il Deep Web è una strategia per aggirare gli organi di censura ed avere la libertà di entrare a contatto con tutte le realtà digitali che il mondo globalizzato ci offre.
E se entro sul Dark Web?
L’accesso al Deep Web non è in alcun caso illegale e non si sarà in nessun modo punibili dalla legge. A patto che non se ne faccia un uso illegale, navigando siti vietati o acquistando beni sui vari dark market che propongono prodotti veramente inauditi. Armi, malware, ordigni e chi più ne ha più ne metta, sono solo alcuni dei possibili acquisti a cui ci apre il Dark Web. I siti del Dark Web sono caratterizzati dall’utilizzo di software di crittografia che rende i loro utenti e le loro posizioni anonime e come gli stessi dati, il cui trasferimento avviene in maniera completamente criptata. Per questo motivo il Dark Web è pieno zeppo di software dannosi e malware, ransomware, tentativi di phishing, truffe, insomma il luogo anonimo perfetto per tutto ciò che riguarda la criminalità digitale e non solo. La navigazione di questo spazio è quindi altamente sconsigliata per chi non ha le giuste competenze su come difendersi dalle possibili violazioni e dai continui attacchi a cui il Dark Web espone l’utente. Anche solo da una semplice password gli hacker potranno infatti risalire a coordinate bancarie e dati personali di cui sicuramente sapranno fare buon uso. Anche se solo per curiosità, non accedete al Dark Web, le conseguenze potrebbero essere seriamente pesanti