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Cybersecurity: i crimini informatici sono in aumento?

Cybersecurity: i crimini informatici sono in aumento?

By francesco

Non sembra esser bastato il periodo pandemico visto che anche dopo l’inizio del conflitto russo-ucraino moltissime aziende che collaborano con i due paesi sono state vittime di cyber attacchi. Da un punto di vista più generale, quello della cyber security è un aspetto che interessa tutti coloro che utilizzano internet per scambiare dati ed informazioni attraverso mobile elettronici; in pratica ogni persona al giorno d’oggi. Se a pagarne i conti sono stati grandi marchi ed enti come ad esempio l’ABI (Associazione Bancaria Italiana) è facile capire come ogni individuo che utilizza la rete oggi possa diventare vittima di attacchi informatici che, oltre ad essere in costante aumento, si rivelano essere sempre più imprevedibili e distruttivi. I criminali informatici infatti, facendo leva sulla scarsa protezione e sulla poca sicurezza dei sistemi utilizzati, utilizzano tecniche sempre più sofisticate nel tentativo di rubare, alterare o distruggere dati fondamentali per l’azienda, con lo scopo di trarne benefici di carattere principalmente economico.

La situazione europea

Adesso che è chiaro l’aumento del numero di attacchi è importante vedere proprio a livello numerico quanto la situazione sia critica su scala europea. Il 15% delle aziende del Vecchio Continente ammette infatti di aver riscontrato almeno una volta nell’arco degli scorsi 3 anni problemi legati alla sicurezza informatica del proprio ICT (Information and Communication Technology), ovvero nell’operazione di trasmissione, ricezione ed elaborazione dati e informazioni. La maggior parte di questi incidenti ha portato al totale blocco di questi sistemi con conseguenti perdite importantissime per aziende che si sono viste completamente impossibilitate a svolgere una qualsiasi operazione. Il primo posto in questa sfortunata classifica lo guadagna la Svezia con il 33% di aziende colpite che hanno visto bloccati i propri servizi ICT, contro una media europea che si aggira intorno al 9%.

La situazione nel nostro paese

In Italia contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il numero di attacchi mossi nel tentativo di bloccare server e siti aziendali stavolta si dimostra essere sotto la media nonostante un numero di attacchi pari all’8%. Durante l’apice della pandemia invece sono stati il 4% degli utenti che si sono visti colpire da malware, virus e altri programmi ostili con lo stesso scopo di rubare o distruggere dati. Una percentuale che comunque segue l’andamento continentale ed è molto al di sotto di paesi come la Croazia (15%)   o la Spagna (8%) che si confermano al vertice della classifica. Nonostante i numeri prossimi alla media, il numero di denunce per questa tipologia di crimini ha visto un picco importante del +79% rispetto allo scorso anno; dato che conferma ulteriormente il numero crescente di cyber attacchi. A colpire è il dato che ci mostra il numero di baby criminali informatici con ben 20 delitti che sono stati denunciati nei confronti di giovani tra 14 e 17 anni e ben 14 nei confronti di under 14. Una situazione piuttosto preoccupante che necessità obbligatoriamente una presa di coscienza di cittadini e aziende sull’importanza nel 2022 dei sistemi di cyber security, ancora troppo sottovalutati nonostante i riscontri piuttosto preoccupanti.